Volontà di confronto o critiche opportunistiche?

 

Manifestazione della Lista Comunista per le elezioni europeeDoverosamente rispondiamo al comunicato stampa di Alessandro Corbelli, presidente del movimento Unire la società alla politica, uscito in questi giorni su alcui mezzi di informazione locali viste le critiche che ci muove per come si è concluso il nostro congresso nazionale.

Avremmo sicuramente preferito che Alessandro Corbelli fosse venuto a confrontarsi con le compagne ed i compagni presenti nella Federazione Castelli, Litoranea e Colleferro durante la fase congressuale che si è svolta a novembre se aveva delle questioni politiche che potevano essere oggetto di dibattito: ha avuto come occasione sia i vari congressi a livello dei circoli comunali sia quello di federazione tenutosi a Lanuvio. Continua a leggere

Discarica Falcognana-Ardeatina: quando la speculazione diviene cannibale

DISCARICA DI FALCOGNANA: UNA LOTTA CHE NON PUO’ ESSERE BIPARTISAN

Discarica Divino Amore FalcognanaL’allarme generato dalla notizia della possibile apertura della discarica presso la zona Falcognana – Ardeatina e la mobilitazione dei comuni di Castel Gandolfo, Albano, Ciampino e Marino e del IX Municipio di Roma per scongiurarne la realizzazione è un fatto positivo che non può che vedere il Partito della Rifondazione Comunista di Marino a supporto di questa battaglia. Continua a leggere

SOSTENIAMO I LAVORATORI DELL’OSPEDALE DI MARINO

marino_blitzospedaleIl Partito della Rifondazione Comunista di Marino esprime vicinanza alla lotta dei lavoratori dell’Ospedale San Giuseppe di Marino: la situazione di degrado che si verrà ad aggravare nel nostro Comune per la chiusura del nosocomio è uno dei moltissimi casi nel Lazio e in Italia dovuti ad una cattiva gestione della sanità e alla serie di tagli lineari che i Governi che si sono succeduti negli ultimi due anni hanno operato a danno del bene pubblico e per favorire il profitto privato.

Più volte abbiamo denunciato il piano bipartisan a livello nazionale di smantellamento della sanità pubblica e le mancate promesse che l’amministrazione di Marino non ha saputo mantenere negli anni se non limitarsi ad una loro rispolverata a ridosso delle tornate elettorali: oggi che i reparti di Pediatria, Nipiologia, Ostetricia e Ginecologia vengono chiusi non possiamo assistere silenziosi al disfacimento di un servizio che rappresenta il fondamento del welfare pubblico, il diritto ad una sanità libera e gratuita per tutti.

Ma l’indignazione non può restare solo su carta i giusti appelli all’amministrazione comunale, alla giunta regionale o a qualche altro piano alto del Governo non sono più sufficienti: la protesta dei lavoratori dell’Ospedale a Marino deve essere supportata non solo da quei partiti, come il nostro, che si battono per un’Italia in cui sia garantita uguale istruzione, uguali cure ed uguali opportunità a tutti i cittadini ma è il momento anche che la cittadinanza marinese si dia una scossa e partecipi alla lotta per la difesa del suo Ospedale.

Non arriverà nessun intervento dalle alte sfere se non partirà una protesta estesa e condivisa da gran parte della popolazione marinese: se non scendiamo ora in piazza a protestare quando l’Ospedale avrà chiuso i battenti sarà troppo tardi

UNIAMOCI PERTANTO ALLA LOTTA DEI NOSTRI COMPAGNI LAVORATORI DELL’OSPEDALE E DIFENDIAMO TUTTI INSIEME IL NOSTRO DIRITTO ALLA SALUTE

Perché la sanità non può essere che pubblica

marino_blitzospedaleLa chiusura di molti reparti all’Ospedale di Marino evidenzia come tutte le promesse elettorali sin qui sbandierate da chi ci ha governato per anni (il centro-destra) a Marino e nel Lazio e le speranze illusorie nei nuovi amministratori del Lazio (la giunta Zingaretti) si siano rivelate delle semplici fantasie. Continua a leggere

Quello che la CGIL non ha voluto ascoltare

“Care amiche e amici della Cgil, vi scrivo per riassumere ciò che avrei detto se fossi stato invitato ad intervenire alla vostra conferenza sul programma, al pari degli altri candidati per la Presidenza del Consiglio.
Rivoluzione Civile – Lista Ingroia – aggiunge – ha ben chiaro chi sono gli avversari da battere con il voto: Berlusconi, cioè la destra caciarona e impresentabile, e Mario Monti, rappresentante numero uno di quei professori in loden che hanno deciso la drammatica controriforma delle pensioni. Quella ‘destra perbene’ ha colpito in maniera pesantissima tutti i lavoratori e i pensionati, ma soprattutto le donne, ha creato la tragedia sociale degli esodati, ha cancellato l’art.18 ha confermato e aggravato tutte le forme di precariato.

In compenso, non ha saputo mettere in campo alcun intervento che incidesse sulle fasce privilegiate, sulla Casta politica, sugli immensi sprechi ben esemplificati dalle auto blu o dalla pletora di consigli d’amministrazione clientelari. Soprattutto, non ha fatto nulla, zero assoluto, quanto a politiche industriali di ampio respiro. Invece mai come in questo momento, nel cuore della crisi, è urgente che ci sia un governo capace di offrire al Paese un indirizzo lungimirante sui settori strategici.

Sui capitoli da cui dipende la qualità della vita e il futuro del Paese – sanità, scuola, università, ricerca – la continuità tra i governi Berlusconi e Monti è totale. Continuano i tagli lineari, le privatizzazioni striscianti, la totale precarietà. In questa plumbea cornice si sono moltiplicati attacchi sempre più profondi contro i diritti e le libertà dei lavoratori. Siamo di fronte a un assedio che sta progressivamente riportando la condizione dei lavoratori e lo stato delle relazioni industriali indietro di un secolo e oltre.

Il punto fondamentale, per me e per il mio programma politico, è invece la piena e totale applicazione della Costituzione repubblicana nata dalla Resistenza, prima di tutto in materia di libertà civili e sindacali. Ritengo fondamentale e imprescindibile la libertà per i lavoratori di votare sempre gli accordi che li riguardano, di votare sempre i propri rappresentanti e di potersi di iscrivere liberamente al sindacato che vogliono. La storia della Cgil è stata attraversata da discriminazioni e persecuzioni, ma alla fine ha saputo sempre sconfiggerle. Ha combattuto il regime fascista, ha ricostruito l’Italia con la spinta di Giuseppe Di Vittorio, ha emancipato la dignità di chi lavora con Bruno Trentin, ha battuto Berlusconi quando Sergio Cofferati vinse la battaglia per impedire la cancellazione dell’art. 18. Quelli che allora erano in piazza con voi e con noi, hanno votato oggi, senza batter ciglio, quell’eliminazione dell’art. 18 che non era riuscita 10 anni fa.

È dunque per me un impegno di grande valore democratico quello di assumere nel nostro programma l’approvazione di una legge per la democrazia e la rappresentanza nei luoghi di lavoro e la cancellazione delle leggi Fornero sui licenziamenti e sulle pensioni. Ci impegniamo a combattere la precarietà cancellando le oltre 40 forme di contratto precario per i giovani considerando l’apprendistato come il vero contratto di inizio lavoro. Riteniamo utile, in questa fase di transizione, garantire un reddito minimo almeno per i periodi di vuoto retributivo e previdenziale.
Oggi, come anche i dati della Cgil dimostrano, è possibile una scelta alternativa a quella di Berlusconi e Monti. Noi lavoriamo per questo: per un governo di centrosinistra che rompa con le logiche monetariste del fiscal compact, con quelle devastanti della guerra e degli armamenti, con un modello di sviluppo che distrugge l’ambiente e la salute dei cittadini mentre ignora i diritti umani fondamentali. Tutto questo, però, non può essere fatto a braccetto con chi quei modelli sciagurati li ha teorizzati, perseguiti e praticati, come Berlusconi e Monti.

Proprio perché noi siamo disponibili alla costruzione di questa alternativa di governo, ma siamo altrettanto fermamente indisponibili a ogni accordo con chi persegue politiche opposte alle nostre, Rivoluzione Civile rappresenta oggi il vero voto utile per impedire che si realizzi il progetto sciagurato, già annunciato e temo per molti versi già deciso, di un governo Pd-Monti.

Non è questione di pregiudiziali ideologiche ma di scelte pragmatiche e concrete. Noi lavoriamo per l’unità del mondo del lavoro: la destra di Berlusconi e Monti si è adoperata e promette di adoperarsi ancor più in futuro per dividere e per isolare le forze sindacali che non accettano le loro condizioni. La destra italiana ha usato la crisi per distruggere il Contratto Nazionale, abolire l’art. 18, cancellare i diritti minimi per i giovani, abbattere le libertà dentro e fuori i luoghi di lavoro. Noi vogliamo marciare in direzione opposta. E l’autonomia dei sindacati dai partiti e dai governi è un valore da conquistare e da rispettare. Di tutto questo mi sarebbe piaciuto discutere con voi, ma sono sicuro che non mancheranno altre occasioni di incontro con i pensionati e poi nelle scuole, negli ospedali, nelle fabbriche, dove ogni giorno lavorate garantendo il funzionamento dell’Italia. L’obiettivo comune è quello di restituire al lavoro tutto il valore, tutta la dignità e tutta la libertà necessaria per portare il Paese fuori dalle secche della recessione e della depressione”.

Antonio Ingroia 

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Per un`Europa senza debiti

Fondazione PCI 1921Nell’anniversario in cui venne fondato a Livorno il Partito Comunista d’Italia e si è iniziata quella bellissima storia di lotte, di affermazione dei diritti, di liberazione dalla dittatura nazi-fascista e di democrazia vogliamo, da comunisti iniziare ad approfondire alcuni dei temi del programma di Rivoluzione Civile.

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Il sonno della politica

cartello-scuola-pubblicaDopo aver sostenuto in nome della “responsabilità” un Governo che in un anno ha effettuato tagli miliardari a sanità ed istruzione, ha favorito il privato penalizzando il pubblico, ha incrementato in modo iniquo la pressione fiscale (sfavorendo principalmente i redditi medio-bassi), ha portato la disoccupazione a livello mai raggiunto ed ha abrogato brutalmente i diritti dei lavoratori per condannare ulteriormente tutti ad un futuro di precarietà, i partiti responsabili si ritrovano fra le mani la “patata bollente” della candidatura-non candidatura di Mario Monti. Continua a leggere

C’è chi dice no!

Riproduciamo un’intervista a Luciano Gallino sul quotidiano “Pubblico” in cui si mostra quello che moltissimi giornali asserviti a questo regime liberale ed anti-sociale cercano con tutti i mezzi di nascondere: per uscire dalla crisi esistono altre soluzioni che non passano necessariamente dall’azzeramento dei diritti della classe lavoratrice o dalla fine dello stato sociale.
Soluzioni che convergono invece in una maggiore spinta sul sociale e che Rifondazione Comunista da anni cerca di diffondere per opporre alle mire liberiste e capitaliste un vero programma alternativo, alternativo al predatorio attacco che Grecia, Spagna, Portogallo e anche l’Italia stanno subendo.
Luciano Gallino è la roccia millenaria che resta attaccata alla montagna dopo la frana. Franano i socialisti europei convertiti ai dogmi del (sempre più) libero mercato finanziario; si sgretola l’anima socialdemocratica del Pd perché – dice Gallino – «Il centrosinistra è ormai una variante del partito neoliberale, il partito del “Ce lo chiede l’Europa e non abbiamo alternative». Continua a leggere

Per la Valle del Sacco, per la Salute dei cittadini, contro la speculazione!

 

 

 

 

Il Partito della Rifondazione Comunista federazione Castelli, Colleferro, Litoranea aderisce alla manifestazione promossa dal
“Coordinamento Valle del Sacco”.

Acqua, Terra, Aria non sono merci ma beni comuni di tutti i cittadini. Per questo motivo non deve più essere possibile che per profitto qualcuno possa inquinarli, contaminarli, devastarli e poi presentare alla comunità il conto del loro risanamento. Dobbiamo imporre ai padroni che le attività produttive sui nostri territori, oltre a stimolare lo sviluppo economico, siano in grado di di salvaguardare l’ambiente.

Va riaffermato con forza che il lavoro non è una merce ma un diritto e che come tale non può, e non deve, entrare in contraddizione con il diritto alla salute. La Valle del Sacco ha pagato duramente lo sviluppo industriale del suo territorio, dove i padroni hanno mostrato il volto più bieco e cinico del capitalismo quello che privatizza i profitti e socializza i costi.

Oggi dopo anni di questo sviluppo economico la Valle del Sacco si ritrova più povera. A causa dei processi di deindustrializzazione e dell’inquinamento che le attività produttive hanno lasciato.
Mentre la politica che conta predispone nuovi processi di manomissione di questo territorio, il PRC ritiene importante, invece, seguire la strada indicata dal “Coordinamento della Valle del Sacco”, che allude alla possibilità di un altro sviluppo possibile. Uno sviluppo che invece di generare profitti per pochi sia in grado di assicurare salute e benessere per tutti i cittadini. Sembra un sogno ma noi restiamo convinti che: “Se si sogna da soli è solo un sogno, se si sogna insieme è la realtà che comincia. “

Per questo motivo il PRC invita tutti i compagni, i simpatizzanti i cittadini a partecipare alla manifestazione che si terrà 6 OTTOBRE 2012 a Colleferro – Piazzale dello Scalo – di fronte Stazione Ferroviaria, ORE 14.306 ottobre valle del sacco

Interventi di Stato

I dati svimez danno un quadro disastroso dell’Italia, soprattutto per quanto riguarda il meridione, caduto in una vera e propria “desertificazione industriale”.

La situazione si presenta drammatica per le donne meridionali più giovani che sono infatti ferme nel 2011 ad un tasso occupazionale del 24%. Vale a dire che lavora solo una su quattro. Continua a leggere