Paolo Ferrero: per una politica di sinistra

Versione integrale dell’intervento di Paolo Ferrero, segretario di Rifondazione Comunista, al video-forum di Repubblica

http://video.repubblica.it/politica/paolo-ferrero-il-videoforum-integrale/109445/107830?ref=NRCT-45641619-3

 

 

Inizia la rivoluzione di ottobre

27ottobre roma

Il 27 ottobre in piazza della Repubblica a Roma per ribadire al Governo della BCE che in Italia esiste ancora chi si oppone, chi vuole uscire dalla crisi ma chiudere anche col capitalismo che l’ha creata.

Dobbiamo dire NO alle politiche repressive, al Fiscal Compact e al pareggio di bilancio in Costituzione; NO al controllo della democrazia da parte delle banche, NO a salvare i redditi ed i patrimoni di chi in questa crisi ha lucrato!

E’ giunto il momento di far sentire anche la voce del popolo italiano insieme a quello spagnolo, greco e porteghese in un’unione di classe che sia l’occasione per costruire, al di là di ogni opportunismo elettorale e ogni strategia di “poltrona”, un fronte unito di opposizione al capitalismo liberale che sta uccidendo l’Europa dei lavoratori.

Referendum NO VITALIZI – successo della politica vera

Sabato scorso il segretario di Rifondazione Comunista Paolo Ferrero ha consegnato insieme alla Federazione della Sinistra del Lazio i moduli della raccolta firme, avviata quest’estate, per il referendum, promosso dalla Federazione della Sinistra, per l’abrogazione dei vitalizi.
Per cancellare questo privilegio iniquo, ed esteso dalla Polverini anche agli assessori, sono state raccolte le firme di quasi 54.000 cittadini a dimostrare il grande successo dell’iniziativa: Rifondazione Comunista di Marino vuole ringraziare tutti i cittadini che si sono uniti alla lotta portata avanti dal nostro partito per ristabilire, ben prima che gli scandali della Giunta Polverini venissero palesati, un principio di equità e di giustizia sociale.
E’ nostra intenzione, con le nostre battaglie e la nostra condotta, marcare la netta distinzione fra chi svolge regolarmente, con onestà e limpidezza la sua missione politica e chi si preoccupa solo dei propri interessi sacrificando il bene pubblico.

Regione Lazio: parola al PRC

Riprendiamo il discorso sulla vicenda della Regione Lazio pubblicando un’intervista del nostro consigliere regionale Ivano Peduzzi.

Innanzitutto facciamo chiarezza su un punto. Più di qualche testata giornalistica fa ricostruzioni un po’ fantasiose su chi ha effettivamente votato l’aumento delle risorse ai gruppi del Consiglio regionale del Lazio. Sembra che gli eroi di giornata siano solo i Radicali.

Quella delibera è passata nell’ufficio di presidenza perché è lì che sono arrivati i fondi decisi nel bilancio regione lazio rifondazione comunistaregionale che la Giunta regionale ha fatto approvare dalla sua maggioranza. La Federazione della Sinistra non è presente nell’Ufficio di presidenza. E su quel bilancio non solo abbiamo votato contro ma abbiamo esplicitato ragioni di contrapposizione proprio sul rigetto da parte della maggioranza degli emendamenti. Trovo scorretto e mistificatorio il fatto che il gruppo dei Radicali dichiari che sono stati gli unici ad opporsi e a non votare le decisioni dell’ufficio di presidenza perché sanno benissimo quanto e come la Federazione della sinistra abbia lavorato contro. Faccio inoltre notare che dalla pubblicazione dei nostri bilanci le entrate assegnate al nostro gruppo rispetto alle entrate dei radicali sono di un quarto più basse nonostante entrambi i gruppi abbiano due consiglieri. Sel che ha lo stesso numero di consiglieri nostro ha le nostre stesse risorse. Il gruppo della Destra ha duecentomila euro in più del gruppo della Federazione della sinistra, pur avendo lo stesso numero di consiglieri. Le voci dovrebbero essere fisse e uguali per tutti. Il punto sullo scandalo del Pdl è che i fondi dovrebbero riguardare esclusivamente le attività del gruppo. Sotto questo profilo c’è un elemento di illegalità nell’uso dei fondi da parte del Pdl.

Si può trarre un bilancio della campagna per il referendum contro i vitalizi?

Sabato mattina è la giornata di consegna della raccolta di firme sul referendum contro i vitalizi. La legge regionale approvata dalla Polverini ha esteso i vitalizi non solo ai consiglieri ma anche ai non eletti e agli assessori esterni nominati. Noi proponiamo un taglio dei vitalizi ai consiglieri.

Veniamo ai temi politici. Tutta questa teatralità ostentata al momento delle dimissioni, e alcune dichiarazioni provenienti dai centristi, fa pensare che Lazio-gate faccia parte di una manovra politica ben precisa.

C’è un malcostume evidentissimo dentro la Pdl che si è risolto con l’uso di veleni all’interno del gruppo. E’ il risultato di una guerra interna tra ex Pdl ed ex An. La Polverini è stata un po’ ad osservare ma quando le voci sono aumentate e si è scatenato il putiferio è dovuta intervenire. L’occasione poteva consentire alla Polverini di mettere in atto un controllo su tutto il centrodestra, coadiuvata da Storace. La manovra non gli è riuscita e quindi c’è stata l’implosione. Con una maggioranza inaffidabile e sputtanata ha fatto scattare l’equazione tutti ladri e “io sono la migliore”. A ben vedere la vicenda riguarda lo 0,3% delle risorse del bilancio. Il resto, 22 miliardi e passa, riguarda la Giunta regionale. E da lì non è uscita una parola. Ad un certo punto si è innescato un altro processo, che riguarda il cardinal Bagnasco da un lato e la Confindustria dall’altro che prendono le distanze. Ecco che Casini ha subito recepito il messaggio pronto ad innescare un processo di omogeneizzazione centrista. C’è qualcuno che sta lavorando ad un polo centrista. Sono preoccupato che il Pd possa trovare in questo un solco per un accordo politico.

Già, e ovviamente tutto questo ha una connessione con la piazza elettorale di Roma.

Il punto è la data per le nuove elezioni e il numero dei consiglieri, che potrebbe scendere a 40 con un listino di nominati. Stanno cercando di far fuori le aree non governabili cioè noi e gli ambientalisti. Roma non viene esclusa da questi movimenti. Tanto che si parla di incontri tra Pd Sel e Idv dai quali siamo stati esclusi nonostante la nostra partecipazione alla prima fase delle ventilate dimissioni del Consiglio regionale. E’ chiaro, c’è una cabina di regia che ragiona su tutte e due le tornate elettorali, Roma e Regione Lazio, e che sembra uscire addirittura dall’ambito regionale e arrivare fino alla politica nazionale.

Le dimissioni impossibili

Er Batman FederaleLo scandalo della Regione Lazio scoppiato irruentemente in questi giorni ci pone ancora una volta di fronte all’incapacità della destra di saper governare la cosa pubblica senza scadere in una spartizione famelica del “piatto”, senza dimostrarsi solo un insieme disomogeneo di individui che pensano più ai loro affari privati che all’amministrazione o, addirittura, al benessere dei cittadini.
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La protesta della classe lavoratrice

In un’Italia che le indagini ISTAT fotografano sempre più povera, in cui gli stipendi non crescono da un decennio mentre i prezzi al consumo lievitano senza pietà di mese in mese conducendo sempre più persone nella povertà si registrano due importantissimi aspetti.

L’industria italiana è in profonda crisi per una incapacità congenita dei capitalisti di saper “fare impresa” (termine caro ai tecnocrati liberali), ovvero di saper rivedere il modello di produzione e di gestione dell’azienda nei confronti di un mercato in rapida evoluzione: le uniche contromisure alla perdita di competitività delle aziende italiane sono stati in questi vent’anni la depressione degli stipendi e il taglio dei costi ma anche di ogni investimento che potesse modernizzare la struttura produttiva.
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Verso la democrazia bancaria

Se dovessimo sintetizzare in poche parole l’esito l’incontro fra Monti e la Merkel potremmo dire nulla di fatto.

Al di là delle classiche, ed oramai abusate, parole di elogio della cancelliera alle riforme italiane (riforme che per ora sono solo sulla carta visto che il Governo dei professori dei 169 provvedimenti attuativi previsti dai primi decreti è riuscito a farne adottare solo 34 e per ben 52 dei restanti 135 il tempo assegnato dal legislatore è ormai scaduto ) la situazione europea non si è smossa di una virgola: la Germania continua ad opporsi a qualsiasi soluzione in grado di intervenire per alleviare la speculazione finanziaria contro gli stati europei; esprime un fermo no alla licenza bancaria del nuovo fondo “salva stati” e a qualsiasi ingerenza della BCE nella finanza anteponendo il beneficio temporaneo del suo paese alla catastrofe immanente che sta coinvolgendo tutta l’Europa. Continua a leggere

Brogli pre-elettorali

I partiti che appoggiano il Governo di Monti e delle banche sembrano aver trovato un accordo di massima per la prossima legge elettorale in grado di continuare a garantire a loro una forte presenza parlamentare, nonostante il baratro in cui hanno gettato l’Italia, e spianando la strada per un Monti-bis (o di un suo emulo come Passera) che governerà con l’appoggio di una coalizione che spazierà, probabilmente, dai cristiano-borghesi centristi di Casini ai centristi-opportunisti del PD.
Alternativa a questa “coalizione” post-elettorale il PdL che ripropone la figura disfatta e rovinosa di Berlusconi, confermando la sua inesistenza politica senza il leader-padrone ma utile al PD per poter rispolverare i vessilli dell’anti-berlusconismo, unico punto programmatico “chiaro” del partito di Bersani.
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La speculazione appoggia Monti

Dopo le parole del presidente del Consiglio Monti a Rimini e la replica fotocopia del ministro-banchiere Passera (da cui aspettiamo anche il tanto famigerato piano di rilancio dell’economia) anche le società di rating, che negli scorsi mesi si sono prodigate per accentuare la crisi del nostro Paese e di tutta l’Europa, si sono sbrigate a supportare la favolistica visione di un’Italia in cui la crisi sia in fase conclusiva. Continua a leggere

A Marino il dialogo politico riparte dalla Sinistra

Sabato 14 Luglio la cittadinanza marinese ha dato dimostrazione, con una grande partecipazione in piazza san Barnaba, che la politica degli affari, delle promesse sbandierate ma non mantenute, degli intrighi di palazzo è finita.

Piazza san barnabaIl successo della manifestazione promosso dai partiti del centro-sinistra marinese (Federazione della Sinistra, Verdi, Socialisti, Italia dei Valori e Sinistra Ecologia e Libertà) insieme ad alcune liste civiche dimostra che esiste ancora una politica che sa parlare con le persone e per le persone, che si impegna a migliorare la condizione sociale e che lotta contro i giochi di potere che si ripercuotono sempre ed immancabilmente contro le classi più deboli del nostro Paese.

La presenza dei consiglieri regionali di questi partiti non è stata una vetrina elettorale o propagandistica ma è la prova di una volontà di trovare una soluzione politica seria e reale

Marino 14 luglio Ospedale

alla problematica dell’Ospedale di Marino splendidamente esposta dal dottor Palmisano che nel nosocomio marinese ha speso con dedizione trent’anni di vita.

Proposta politica che non può che andare non solo contro le false promesse della Giunta Palozzi ma anche contro le manovre repressive del Governo Monti che vuole cancellare tutte le vittorie sociali che negli anni si sono ottenute in Italia: diritti sul lavoro, accesso alla sanità e all’istruzione pubblica.
Proposta che non può prevedere una inutile lotta fra comuni perché riteniamo che il campanilismo non sia la strada per mantenere l’Ospedale di Marino aperto: è nella necessità di garantire un livello sanitario decoroso che l’Ospedale di Marino deve restare aperto, così come quello di Frascati o di Albano.
E’ nella prospettiva politica e sociale di non svendere la sanità al capitale privato che si devono mantenere le strutture locali, garantendo efficienza e servizi.

14 luglio 2012Su queste basi inderogabili ed estendibili ad ogni istanza locale o nazionale Rifondazione Comunista continuerà la sua lotta, unita alle forze che sabato hanno riportato nella piazza la politica, insieme a tutte quelle forze di sinistra che prospettano una diversa soluzione alla crisi mondiale ed italiana, una soluzione che passi per uno Stato che torni ad essere garante della popolazione contro le speculazioni del capitalismo e della politica ad esso asservita.