Bossi, Berlusconi, Grillo e la politica del populismo

Il populismo è uno dei mali storici del nostro Paese, ad esso si affiancano il qualunquismo e i sentimenti anti-politici: derive pericolose (tutte e tre) che conducono spesso l’elettorato disilluso verso associazioni, movimenti e partiti politici incapaci di dare una prospettiva chiara di governo ma bravi solo a cavalcare l’onda di sentimenti di solito legati strettamente alle contigenze del momento, ad una occultata voglia di illegalità, violenza e razzismo: il tutto mascherato da proclami di stampo sociale e libertario, che si rivelano sempre esili e inconsistenti.
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Il diritto di essere accolti

Il 24 gennaio scorso Beppe Grillo, noto comico e leader del “Movimento cinque stelle”, ha fatto parlare di sé con un discorso pubblico che, tra populismo e semplificazioni, affrontava un tema quanto mai delicato per la vita quotidiana e il futuro di 5 milioni di uomini, donne e bambini residenti in Italia. Ribadiamo il dato statistico: gli stranieri residenti in Italia sono 5 milioni, ovvero l’8% della popolazione totale (stima Caritas e Fondazione Migrantes aggiornata al 01/01/2010).
Umanizziamo il dato, proviamo a riflettere e a restituire rispetto e dignità ad ogni singolo individuo di quei 5 milioni.
La Costituzione Italiana, democratica e repubblicana, dichiara: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.” (art. 3 – Principi fondamentali) Continua a leggere